Dopo l’esordio caprese nella cornice liberty di Villa Lysis, casa-museo del barone Fersen, Body Island Project è approdato ieri ai Magazzini Fotografici di Napoli, nell’antico Palazzo Caracciolo D’Avellino, con una mostra che sarà visitabile dal 15 febbraio al 3 marzo ed una performance di danza e video in scena il 23 febbraio alle 19:30.
Body Island Project è un’indagine sul rapporto tra uomo ed isola: un percorso spaziale ed emotivo sulla bellezza, la luce, il tempo, la fragilità, l’anima e la carne.
Fotografia, video e danza sono le voci narranti attraverso le quali il visitatore può cogliere questo dialogo multimediale entrando e uscendo da verità e finzione, realtà e poesia.
«Attraverso Body Island ci si muove intorno alla pluralità di significati che l’isola sottende», commenta Sara Lupoli, che ne ha curato regia e coreografia. «Uno spazio in cui il corpo si manifesta in contatto con gli abissi dell’io e con l’immensità di un orizzonte circolare».
Body Island è il frutto di residenze condotte da artisti multimediali: i video sono a cura di Giuseppe Riccardi, la fotografia è di Valeria Laureano, art director del progetto è Roberta Fuorvia.
Il territorio di Capri è stato analizzato nelle sue geografie e nelle sue intime contraddizioni. Da qui, un continuo passaggio dalla superficie alle viscere che rivela nature antropomorfe e corpi disumanizzati, tra ombre, giochi di sole e incrinature della rocce.
Magazzini Fotografici, nato da un’idea della fotografa Yvonne De Rosa, si pone come obiettivo la divulgazione dell’arte della fotografia finalizzata alla creazione di un dialogo che sia occasione di scambio e di arricchimento culturale.