Link: Michelangelo Bastiani
BEYOND THE MATTER
The comparison between artifice and nature is a central theme in art history: painters, sculptors and architects over the centuries have recreated the world through the lens of their works, Michelangelo Bastiani accepts this challenge by regenerating the natural world into the latest digital mechanisms, A futuristic process of art, combining multimedi a and real objects, where the artwork becomes a place of interactive cultural animation, defining a stronger interper- sonal relationship between the viewer and contemporary art production.
Michelangelo Bastiani’s works are video installations on large screens, interactive video projections and holograms, focusing in particular on elements of nature and the state of matter.
Water has been the key of his investigation since the beginning of his career, aiming to represent an ever-changing art. Like Heraclitus, one of the fathers of ancient Greek philosophy, claimed: “No man ever steps in the same river twice, for it’s not the same river and he’s not the same man.” Just because of its dynamic nature, water has always been hard to represent.
Bastiani is able to deal with this difficulty by tangible interaction technology, which communicates directly with the spectator: his digital waterfall will never keep a steady flow, but will change depending on the viewer’ movement, as part of the kinetic process of the work.
Nature blends with artifice: the strength of the elements is performed as a sort of paradox where nature is trapped by the hand of man, but in the meantime exalted by his clever use of technology.
Taking inspiration from Bohm’s oleographic theory that “our universe is a gigantic and splendidly detailed hologram”, the artist gives to natural phenomena or graceful feminine figures a new home, shaped as a glassy bottle: a microcosm perpetually communicating with the audience in the vision of a realistic and coherent scene. It is a visual perception that can be explained through the Gestalt laws.
The interactive video is a perennial happening where the work lives and changes, resulting in infinite variables. Thus, the relationship between work and observer become stronger transforming what we imagine as the traditional “passive” visit into “active”.
Between real and virtual, Bastiani gives life to a third dimension in which nature and artifice coexist, following an artistic research where the only constants seem to be transformation, and the evolution of his works over time.
QUANDO L’ARTE E’ INTERAZIONE
Al confine tra reale e virtuale, Michelangelo Bastiani, giovane promessa del contemporaneo, riproduce una dimensione in cui due realtà convivono, fino quasi a crearne una terza. Un microcosmo perennemente in movimento e in comunicazione con lo spettatore. Analogico e digitale si fondono nei suoi ologrammi racchiusi in bottiglie e barattoli trasparenti, nelle video istallazioni e proiezioni interattive posizionate a parete, come sul pavimento.
La natura, l’acqua, temi particolarmente cari all’artista toscano, vivono in una bolla, che diventa palcoscenico delle opere ma anche loro prigionia.
Un immaginario non tanto lontano del fiabesco Alice in wonderland, dove però non troverete nessuna scritta “drink me” , piuttosto un invito a partecipare con l’opera che si presenterà sotto forma di mini laboratorio ( più simile a quello di un mago che a quello di un biologo). Come un abile prestigiatore, Bastiani ci propone fenomeni naturali di diversa entità, dalle tempeste più tumultuose a soffici “nuvole d’appartamento”, rilassanti ninfei , gelidi iceberg, cascate, fontane, galassie, viaggi al centro della terra. O ancora aggraziate figure femminili: trapeziste e ballerine, la cui frenesia dei movimenti lascia intuire una certa insofferenza nell’essere finite in una, seppur confortevole, trappola di vetro. La trasparenza, cifra stilistica dell’autore, riesce a dare consistenza alla virtualità e a far sì che lo spettatore veda dentro ed oltre l’opera, o almeno ne abbia la senzazione.
L’ idea di conservazione, custodia , cura , insieme a quella di movimento, sono alla base del lavoro dell’artista che si diverte a presentarci una collezione di barattoli apparentemente no sense, ma che in realtà seguono una linea esteticamente funzionale , combinando colori, forme e spazi.
Non una Campbell Soup di Warholiana memoria, ma recipienti con contenuti il più delle volte virtuali, ologrammi che raffigurano entità naturali e sovrannaturali, figure umane e geometriche, tutte imbarattolate e disposte alcune volte disordinatamente, altre con una precisione degna di un laboratorio. Tra natura e artificio, stasi e movimento, in una ricerca artistica dove l’unica costante sembra il cambiamento, Bastiani mette in comunicazione due sfere, due piani sensoriali agli antipodi: empirico ed astratto, tangibile e intangibile, oggetti d’uso comune e formule tecnologiche che si traducono nella riproduzione di video ologrammi, frutto di un abile gioco visivo.
The tempest
L’opera di Michelangelo Bastiani The Tempest è un video ologramma ispirato all’omonima commedia teatrale scritta da William Shakespeare. La video installazione è rappresentata all’interno di una bottiglia in vetro di Murano, dove viene riprodotta una vorticosa e scenografica tempesta. Bastiani mette al centro della sua indagine la maestà della natura e, grazie all’uso delle tecnologie più avanzate, rende l’immagine video, per sua natura bidimensionale, volumetrica e realistica. Il vetro è il tramite di cui l’artista si serve per mettere in comunicazione reale e virtuale: la tangibilità di un oggetto di uso comune e l’immaterialità del video. Giocando coi movimenti dell’acqua, riesce a racchiudere l’ologramma in esatta proporzione alle forme della bottiglia, creando un singolare effetto ottico tale da farci percepire l’opera come un unicum. Un fenomeno percettivo spiegabile attraverso le leggi della Gestalt: buona forma, prossimità, buona continuità, destino comune.
L’opera di Bastiani , specificamente pensata per la navata che dall’ingresso della Chiesa della Certosa di San Giacomo di Capri conduce all’altare, raffigura un corso d’acqua lungo 25 metri , rievocando metaforicamente la prodigiosa fonte dipinta nella vicina cappella.
Secondo un’antica leggenda, tramandata dall’ordine certosino, infatti, si narra che dal sepolcro di San Bruno scaturì un liquido somigliante all’acqua dai poteri miracolosi.
Endless Blue
Il campanile di Capri diventa una video installazione d’arte contemporanea ad opera di Michelangelo Bastiani , artista fiorentino noto per gli ologrammi e le proiezioni interattive.
Endless Blue ( Blu Infinito) è un lavoro site specific appositamente realizzato per la torre dell’orologio in Piazza Umberto I: un progetto voluto e promosso dalla Città di Capri, con il coordinamento dell’Architetto Mario Cacciapuoti.
La video installazione consiste in un corso d’acqua simile ad una cascata che incessantemente scorre lungo gli oltre 30 metri dell’iconico Campanile nel “Salotto” del Mondo.
Il tema dell’ acqua tanto caro all’isola, azzurra per antonomasia, e all’artista che ama rigenerare i fenomeni naturali attraverso i più recenti dispositivi digitali, viene messo in relazione al concetto di temporalità, scandita dalle lancette poste sul quadrante maiolicato della torre e dal rintocco delle sue campane.
Le installazioni di Bastiani sono dei luoghi di “animazione culturale” nei quali l’artista offre ai fenomeni naturali una nuova casa. Il video è un avvenimento perenne in cui l’opera vive e cambia, determinando infinite variabili. Così, la relazione tra opera ed osservatore diventa più partecipata trasformando ciò che immaginiamo come la tradizionale visita “passiva” in “attiva”.
Tra reale e virtuale, Bastiani dà vita a una terza dimensione in cui natura e artificio coesistono, seguendo una ricerca artistica in cui l’unica costante sembra essere la trasformazione e l’evoluzione delle sue opere nel tempo.
« Mi piace definire la mia arte ” popolare” : l’interazione col pubblico è basilare, riuscire a coinvolgere tanto un bambino quanto un adulto vuol dire per me aver raggiunto l’obiettivo. Ciò che mi sta più a cuore è che le persone partecipino all’opera ed è sorprendente vedere come una tecnica apparentemente fredda e distante quale quella digitale, in presenza di qualcuno che la animi, prenda vita. Proiettare una cascata su un monumento storico come il Campanile diventa un escamotage per guardarlo con occhi diversi, riflettere sul “fluire” del tempo paragonato ad un corso d’acqua. » M.B.