Un agosto pieno quello di Villa Lysis, la dimora liberty una volta casa del Conte Fersen sul versante nord est dell’isola. Una destinazione per chi ama scoprire strade meno battute di Capri alla ricerca di un luogo che già di per sé, per la sua posizione e per la storia che gli appartiene, esercita fascino e magnetismo su chiunque lo visiti.
La suggestione è poi amplificata dagli eventi proposti dall’Associazione Ápeiron che ha scelto per questa domenica 26 agosto di rendere la villa sede di una performance dal carattere fortemente innovativo e sperimentale. Body Island Project, da un’idea di Sara Lupoli, indaga il rapporto tra l’uomo e l’isola.
Nell’ora dell’oro, quella degli ultimi raggi del tramonto, alle ore 20, danza, video e fotografia si incroceranno grazie ad una creazione artistica site specific per Villa Lysis che farà immergere il visitatore in un percorso spaziale ed emotivo nel quale il pubblico avrà l’occasione di conoscere alcune tracce dell’intimo rapporto tra corpo e natura.Un quadro nel quadro, un dialogo multimediale sulla bellezza, la luce, il tempo, la fragilità, tra verità e finzione, realtà e poesia.
La direzione artistica è affidata a Roberta Fuorvia che commenta: «Il percorso artistico strutturato durante BodyIsland è un vero e proprio itinerario attraverso i codici che la natura di Capri offre, un intimo connubio nel rapporto tra essere umano (inteso come corpo) e isola (intesa come habitat). Il risultato della ricerca è la voluta inversione dei ruoli in cui il corpo diventa habitat e l’isola un nuovo corpo al pari di un grembo materno».
«Attraverso Body Island ci si muove intorno alla pluralità di significati che l’isola sottende». Aggiunge l’ideatrice del progetto Sara Lupoli, cui è affidata anche la regia e la coreografia: «Uno spazio in cui il corpo si manifesta come evidenza silenziosa e sensibile, in contatto con gli abissi dell’io e con l’immensità di un orizzonte circolare».
Body Island è il frutto di residenze artistiche condotte da artisti multimediali: i video sono a cura di Giuseppe Riccardi che invita ad immergersi in una dimensione onirica alla ricerca di un rapporto ancestrale tra uomo e natura attraverso la contemplazione dello spazio, la messa in luce del movimento e la manipolazione delle forme. La fotografia è di Valeria Laureano: focus della sua impronta fotografica è stata l’analisi del territorio nelle sue geografie e nelle sue intime contraddizioni. Da qui, un continuo passaggio dalla superficie alle viscere che rivela nature antropomorfe e corpi disumanizzati, tra ombre, giochi di sole e incrinature della rocce.