Lucio Amelio: il docu-film che racconta la sua vita su RaiPlay

Dopo l’anteprima napoletana al Teatro Mercadante , per l’occasione affollato da influenti personalità del settore , il documentario ” Lucio Amelio” diretto da Nicolangelo Gerolmini arriva su Rai5 e su RaiPlay a partire dal 13 Dicembre 2023.
Il film, restituisce la giusta luce ad uno dei personaggi più determinanti per la storia recente di Napoli,  e non solo.
C’è stato un momento del secolo breve in cui Napoli era davvero paragonabile a  New York, e non perché lo affermasse un divo di Hollywood o per l’attenzione turistica che la città ai tempi ancora non conosceva, ma perché Napoli era diventata uno straordinario luogo di ritrovo di artisti internazionali al punto da sembrare che il muro che divideva l’Europa in due parti qui fosse caduto con anni di anticipo.
Favorire gli incontri, tra artisti, tra continenti. Una delle missioni più riuscite di Amelio. L’America e l’Europa. due concezioni dell’arte: da un lato la perfezione tecnica e il cinismo della società consumistica statunitense, rappresentata da Andy Warhol e, dall’altro, la spiritualità etica e concettuale di un’arte europea orientata al radicamento sociale, incarnata da Joseph Beuys.
Deus ex machina di questo innesto i cui effetti si riverberano sulla città del presente,  Lucio Amelio fu al contempo anfitrione devoto agli artisti, precursore di nuove tendenze,  businessman e genio partenopeo.
Le testimonianze e le immagini che scorrono nei 75 minuti del documento-film raccontano di un Lucio visto con gli occhi di amici, parenti.  Ma anche degli artisti e dei galleristi che hanno fatto tesoro della sua esperienza, come le parole di Lia Rumma, che, ancora oggi, ne ammira l’incredibile lascito artistico. 
Tra gli altri: Anna Amelio, , Mario Franco, Achille Bonito Oliva, Andrea Viliani, Angela Tecce, Peppe Morra, Nino Longobardi,  Fabio Donato, Ernesto Esposito, Renato Esposito, Giuliana Gargiulo, Tiziana Maffei, Lia Rumma, Toni Servillo, Ernesto Tatafiore.
A fare da sfondo una Napoli di miseria e nobiltà, quella degli anni d’oro, ma  anche del tragico terremoto irpino, trasformato in un’incredibile occasione artistica con la collezione-testamento che vide coinvolti i più grandi nomi della scena internazionale – Keith Haring, Cy Twombly, Beuys e Warhol in testa – dal nome non casuale di “Terrae Motus”. 
A fare capolino, Capri , in una veste insolita, quella più rustica, di giardini e pergolati abitati da lucertole, a Villa Orlandi, dove grazie al sodalizio tra Trisorio e Amelio, amici e soci della Modern Art Agency, prende vita lo scatto che avrebbe rivoluzionato un’epoca.  È il 13 novembre 1972: Josef Beuys, cappello di feltro in testa, giubbotto chiaro e il suo classico borsello a tracolla, cammina con un passo pieno di convinzioni verso l’obiettivo e quindi verso di noi. 
Capri riappare sul finale come dimora eterna di Lucio, che nella fase più avanzata della malattia, la sceglie come “Isola del Sonno”, predisponendo la costruzione di una bara-opera d’arte in marmo nero: sotto il suo nome è inciso un cerchio e, quando il sole è allo zenith, si produce una sorta di effetto-specchio.  
LUCIO AMELIO  è prodotto da Davide Azzolini, Dazzle Communication in collaborazione con Archivio Amelio Santamaria, con il contributo di Ministero della Cultura – DG Cinema e Regione Campania – Film Commission Regione Campania.

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