Franco Senesi è il gallerista dell’ isola azzurra. Quello che gli americani chiamerebbero un brillante esempio di self-made man. Ha creato Liquid Art System introducendo un modo di pensare l’ arte contemporanea che definisce «glocale». Una carriera di successo, e tutta in ascesa. Eppure la sua attività di gallerista nasce paradossalmente da un sogno mai realizzato, quello di fare l’ artista: «Volevo diventare un pittore famoso, ispirato dalla passione e dall’ abilità di mio padre, Antonio, artigiano, tra i migliori stuccatori dell’ isola. Così, dopo la maturità, senza proseguire gli studi, cercai un artista locale per essere iniziato alle tecniche pittoriche: la ricerca fu vana perché un po’ tutti i pittori isolani erano piuttosto introversi e restii a dividere con terzi le loro conoscenze. Trovai in un ceramista caprese – Massimo Goderecci – un aiuto e una spinta per dipingere almeno in ceramica, ma anche questa possibilità non poteva essere perseguita perché era troppo dispendioso gestire un laboratorio di ceramica da solo. E soprattutto perché non riuscivo ad arrivare a un livello di qualità pittorica e di ricerca in grado di soddisfarmi: avrei potuto solo trasferirmi in una grande città per crescere come artista ma i mezzi mi mancavano. Insomma, dovevo abbandonare i sogni di gloria d’ artista e cercare un lavoro». E andò alla grande: «Proprio quell’ anno, il 1989, una galleria di Milano aprì uno spazio a Capri e mi proposi subito come assistente: in quel modo avrei potuto frequentare gli artisti e imparare le tecniche che non avrei mai assimilato da artisti locali. Fui assunto». Negli anni, Senesi impara un mestiere che non si insegna: cresce spontaneamente la sua abilità nelle vendite d’ arte.
«L’ esperienza che ne è conseguita mi ha dato la giusta determinazione e l’ audacia necessaria per inventarmi un ruolo a Capri e in costiera come promotore di artisti contemporanei, in anni in cui andava ancora forte l’ antiquariato». Un’ intuizione precoce, una predisposizione congenita verso il mondo dell’ arte, un occhio «clinico», quasi una vocazione la sua. Dopo oltre 10 anni di gavetta, Senesi decide di aprire uno spazio tutto suo. «Il lavoro è stato lungo e graduale. Per un primo periodo mi sono dedicato alla ricerca e ad artisti locali, la mia galleria non era molto in vista, mi trovavo all’ interno di un appartamento, non in vetrina». Intanto il mercato si trasformava. Le gallerie normalmente scelgono gli autori per il loro peso sul mercato, soprattutto quelle italiane con gli storici, l’ acquisto delle opere è simile a un investimento bancario.
«Io preferisco fare scouting, mi confronto con gli stessi artisti che suggeriscono altri artisti, la mia è una ricerca capillare al di là dei circuiti, cerco di anticipare ciò che il mercato potrebbe premiare. Il vero investimento nell’ acquisto delle opere d’ arte è quello emotivo. Scommetto sulla bellezza, sulla forza comunicativa che le opere possiedono.Non è il grande nome a fare la differenza, ma l’ impatto emotivo che l’ arte è in grado di generare. Negli anni la mia selezione si è affinata anche in base al territorio ed i suoi frequentatori. Nel 2002 ho aperto a Positano. Sapevo che c’ era una realtà florida dal punto di vista artistico. Sono riuscito ad emanciparmi e posizionarmi nel 2011 in un locale importante a Capri, spostandomi a Via Vittorio Emanuele, nella strada per eccellenza dello shopping di lusso». Senesi, classe 69, è stato dunque in grado di costruirsi un suo piccolo impero in costiera e una fama a livello internazionale nell’ arte contemporanea con spazi espositivi anche a Londra, Istanbul e presenza fissa da oltre 5 anni alle maggiori fiere mondiali come quelle di Miami (durante Art-Basel) e New York. Proprio grazie agli appuntamenti fieristici cui partecipa costantemente, dall’ autunno alla primavera, ha modo di farsi conoscere, di portare gli artisti delle sue gallerie nei «templi» dell’ arte contemporanea, quei luoghi deputati alla sua fruizione, e alla vendita ai massimi livelli . Durante l’ estate, organizza esposizioni itineranti nei luoghi più emblematici dell’ Isola, come la Piazzetta o il belvedere di Tragara, e allestisce un vero e proprio giardino dell’ arte a Positano. «Non mi sono ispirato a nessun modello. Senz’ altro ho subito una forte influenza dal sistema americano, che apprezzo: l’ utilizzo degli spazi quasi museale, gallerie molto grandi, lavori imponenti, un modo di comunicare più diretto. La voglia di impressionare lo spettatore. L’ esperienza dell’ acquisto è legata principalmente al luogo in cui è esposto. Vedo un’ opera ma vedo anche il suo contesto, desidero l’ opera e tutto ciò che la circonda».
Il gallerista è a capo anche di un’ associazione, Capri The Island of Art che, sotto la direzione artistica di Marco Izzolino da tre anni promuove un festival, mettendo in comunicazione nomi già noti e nomi emergenti. Un confronto diretto tra arte e territorio, che vede coinvolti artisti della scena contemporanea nazionale e internazionale, chiamati a dialogare con i luoghi e le storie di Capri. «Seguiamo quindi due binari, uno necessariamente più commerciale, l’ altro legato alle istituzioni culturali, e non è detto che queste due strade non si incrocino».
Tra i nuovi progetti, un’ iniziativa unica nel suo genere in una delle aree più panoramiche di Anacapri: «Ho pensato di creare un luogo dove cultura locale contadina, paesaggio e opere d’ arte en plein air si fondano per dare al visitatore una diversa visione dell’ arte in un contesto agrinaturalistico di grande bellezza». Verrebbe da chiedere quale è il segreto di un simile successo, per un imprenditore che è partito praticamente da zero, fatta esclusione per la solida matrice familiare e una grande passione per l’ arte. Ma per Senesi non è tempo di autocelebrarsi: «C’ è tanto tragitto ancora da fare e molto da dimostrare», conclude.